Buonasera!

Comincia con oggi la serie “il venerdì della storia”. Ogni venerdì verrà pubblicato un articolo sulla storia della fotografia, partendo dagli albori fino ai grandi fotografi contemporanei.

Parliamo oggi di ciò che succedeva prima dell’invenzione ufficiale della fotografia: parliamo della Camera Obscura.

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Fin dal tardo rinascimento, infatti, si ha notizia di immagini ottenute attraverso questo procedimento, che era ben noto: la luce che entra in un foro minuscolo dalla parete in una stanza immersa nel buio forma sulla parete opposta l’immagine, ribaltata orizzontalmente e verticalmente, di tutto ciò che ci sia all’esterno. Viene teorizzata da Alberti nel “De Pictura” (1435), e poi utilizzata da molti sia per il calcolo dei volumi prospettici (ha aiutato gli architetti durante tutto il rinascimento) che per la ritrattistica (citando, fra gli altri, Albrecht Durer).

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Inizialmente la camera obscura era grande, e il disegnatore/architetto operava direttamente all’interno, ma ebbe la sua massima diffusione quando venne trasformata in un oggetto portatile; venne poi scoperto che, sostituendo una lente al foro, la luminosità nella camera, e quindi il dettaglio della riproduzione, aumentava; ancora dopo, agli inizi del XVIII secolo, si trovano camere obscure con montati specchi a 45 gradi, che permettevano di riflettere l’immagine in piano, “scoprendo” così quella che sarà la tecnologia reflex.

camera obscura

Alla fine del XVIII secolo, le camere obscure erano talmente perfezionate da costituire un corredo d’obbligo per ogni artista.

é quasi superfluo dire che la camera obscura sia l’apparecchio fotografico in tutto e per tutto; veniva però utilizzata solamente per disegnare.

Nessuno, fino al 1826, aveva pensato ad un supporto che potesse fissare permanentemente l’immagine….

 

A venerdì prossimo per la seconda lezione!

Silvia

Per saperne di più sulla storia e sulla tecnica della fotografia, contattami!

 

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