Buonasera!

La seconda lezione dei Venerdì della Storia tratta delle sostanze fotosensibili.

Nella scorsa lezione abbiamo parlato del primo elemento che permette di far nascere una fotografia: la macchina, chiamata però all’inizio dell’800 Camera Obscura. In questa lezione affronteremo la nascita del secondo elemento necessario per realizzare una fotografia: la sostanza fotosensibile.

Fin dall’antichità si sapeva che molte sostanze vengono mutate, nel tempo, dall’esposizione alla luce. Il fenomeno fu però studiato scientificamente solo nel 1727, dal tedesco Johann Heinrich Shultze, che iniziò il suo percorso tentando di ripetere un esperimento precedente, effettuato dall’alchimista Cristoph Adolph Balduin nel 1674.

Balduin aveva scoperto che il gesso, sciolto in acquaregia, formava un composto che assorbiva moltissimo l’umidità dall’atmosfera. Il suo intento era catturare il “Weltgeist”, lo “Spirito Universale”, ma per caso osservò che il residuo rimasto nella boccetta riscaldata brillava al buio, e lo chiamo Phosphorous. ( dal latino = portatore di luce)

Johann_Heinrich_Schulze

Johann Heinrich Shultze

Shultze ripetè l’esperimento utilizzando però acquaregia impura, contenente argento. Quando il gesso si sciolse, rimase un composto di Nitrato d’Argento e Carbonato di Calcio. Shultze notò che, esponendolo ai raggi del sole, il composto diventava porpora scuro. Esponendolo invece al calore del fuoco, non succedeva niente; per questo Shultze dedusse che era la luce, e non il calore, a far colorare la sostanza.

Il chimico tedesco passò allo step successivo del suo esperimento: come lui stesso racconta, riempì una bottiglia con il composto, e la foderò poi con del materiale scuro, sui cui aveva inciso nomi e frasi intere per mezzo di un coltello affilato. Esponendo la bottiglia alla luce, le scritte si “imprimevano” alla perfezione sul composto dentro la bottiglia. Shultze chiamò la sua sostanza Scotophorus (dal latino = portatore di tenebre), e nel 1727 pubblicò la sua scoperta all’Accademia degli Scienziati di Norimberga.

 

Grazie a Shultze, c’era adesso la strada spianata verso una sostanza che si modificasse per azione della luce, e grazie alla Camera Obscura c’era un mezzo per fare in modo che le immagini si proiettassero su un supporto. Diventa chiaro che, all’inizio dell’Ottocento, era necessaria solamente una persona che facesse 2+2, combinando i due procedimenti insieme.

argento

L’importanza dell’Argento

è importantissimo notare qual’è il componente fondamentale che differenza l’esperimento di Balduin da quello di Shultze: l’ARGENTO. è questo metallo, infatti, l’elemento fondamentale per le sostanze fotosensibili. Saranno molte e diverse quelle sperimentate negli anni, ma l’argento sarà sempre presente.

Per saperne di più sulla storia e sulla tecnica della fotografia, contattami!

https://www.silviamazzeiphoto.com/contatti.php

 

Alla prossima lezione!

Silvia

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