I Venerdì della Storia: un viaggio nella storia della fotografia, fra le scoperte e gli autori, per comprendere fino in fondo dove e quando è nato questo straordinario strumento di racconto della nostra realtà. La precedente lezione: Daguerre

Dopo la morte di Niepce, Daguerre continuò i suoi esperimenti. Nel 1837 realizzò un’immagine spettacolare, oggi conservata nella collezione della Societè Française de Photographie.  L’immagine, raffigurante una natura morta, è precisa e dettagliata, piena di particolari e sfumature; è realizzata su una lastra di rame placcata in argento, di dimensioni 16×21 cm.

Il primo daguerrotype
Il primo daguerrotype

Il procedimento:

1 – sensibilizzare la lastra esponenendo la faccia argentata allo iodio, che reagisce con l’argento formando ioduro d’argento fotosensibile.

2 – esporre la lastra nella camera obscura (ne abbiamo parlato nella lezione 1): la luce riduce lo ioduro d’argento in proporzione alla sua intensità.

3 – sviluppare l’immagine ponendo la lastra su del mercurio riscaldato, che si lega all’argento e visualizza l’immagine.

4- fissare l’immagine grazie al comune sale marino, che desensibilizza l’argento non esposto.

5 – lavare e asciugare la lastra.

A questo punto, la vena imprenditoriale di Daguerre lo portò a proporre un nuovo contratto a Isidsore Niepce, suo socio e figlio di Niecephore (chi è Niecephore Niepce?): l’invenzione sarebbe stata attribuita a Daguerre soltanto, ma pubblicata insieme a quella di Niepce così da far figurare comunque entrambi i nomi.

Dopo la firma, Daguerre distribuì inizialmente il procedimento in termini grossolani e generici; attratta l’attenzione della comunità scientifica e soprattutto del notissimo scienziato François d’Argo (il quale propose immediatamente allo Stato l’acquisto dei due procedimenti), Daguerre decise di pubblicare ufficialmente il suo procedimento sul Gazzette de France, il 6 gennaio 1839.

La fotografia era nata.

Alla prossima lezione!

L’esperimento di oggi in breve: 

Jacques Louis Mandè Daguerre – 1837/39 – Rame + Ioduro d’Argento in camera obscura – sviluppo con mercurio + sale

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