I Venerdì della Storia: un viaggio nella storia della fotografia, fra le scoperte e gli autori, per comprendere fino in fondo dove e quando è nato questo straordinario strumento di racconto della nostra realtà. La precedente lezione: Hershel e Ponton.
Dopo aver visto le varianti al procedimento create da Hershel e Ponton e soprattutto il rivoluzionario procedimento del tutto indipendente dell’inglese William Henry Fox Talbot, torniamo per un momento in Francia.
Lo scienziato Françcois Arago, notissimo esponente della comunità scientifica, raddoppiò i suoi sforzi per assicurare un sussidio governativo a Daguerre e Niepce. Arago era infatti convinto che il procedimento fotografico doveva essere proprietà dello Stato francese, e strinse con i due un singolare accordo: se avessero concesso al governo il diritto di pubblicare liberamente le loro invenzioni, sarebbero stati ricompensati con un generosissimo vitalizio.
il 7 Luglio 1839 6 dagherrotipi furono esposti alla Camera: il 9 Luglio il governo approvò la proposta di Arago, che divenne legge il 17 Agosto. Daguerre, quindi, scrisse un opuscolo di 79 pagine che conteneva, oltre alle relazioni redatte da Arago per il governo francese, le descrizioni delle eliografie di Niepce e tutti i particolari tecnici del daguerrotype, illustrati dettagliatamente con disegni in scala: in questo modo ognuno poteva costruirsi l’apparecchio e ottenere i risultati. L’opuscolo era intitolato “Historique et description du procède du Daguerrotype et de Diorama”.
Daguerre, però, imprenditore nell’anima, si era già accordato con il cognato Alphonse Giroux per fabbricare e vendere camere oscure e accessori per fare fotografie, tutti provvisti di lenti di Chevalier; i due misero in vendita a Parigi tutta l’attrezzatura immediatamente dopo la pubblicazione dell’opuscolo.
Subito dopo la pubblicazione, il procedimento dagherrotipico sembrò eccessivamente complesso, e il governo francese ordinò a Daguerre di darne dimostrazioni pubbliche. Ciò che appariva più difficoltoso e che quindi allontanava i parigini dal dedicarsi alla fotografia erano i costi e la voluminosità degli apparecchi, scomodi e ingombranti. Visto il sentore comune, molto presto vennero immesse sul mercato macchine fotografiche più piccole, leggere e più economiche, con dimensioni standardizzate, così da far diventare standard internazionale il formato delle lastre necessarie; ciò portò definitivamente alla diffusione su scala mondiale del procedimento fotografico dagherrotipico.
Alla prossima lezione, dove vedremo nel dettaglio le conseguenze della diffusione del dagherrotipo e la nascita della fotografia di ritratto…
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